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Chianti Classico
Zona di produzione e storia
Zona di produzione: tutto il territorio dei comuni di Greve in Chianti (FI),
Castellina in Chianti (FI), Gaiole in Chianti (SI), Radda in Chianti (SI); parte
del territorio dei comuni di Barberino Val d'Elsa (FI), San Casciano in Val di
Pesa (FI), Tavarnelle Val di Pesa (FI), Castelnuovo Berardenga (SI) e Poggibonsi
(SI).
Ettari coltivati: 7.209 ('99).
L'area interessata dalla produzione del vino “Chianti Classico” è una
straordinaria porzione di Toscana, geograficamente denominata CHIANTI, che si
estende tra Firenze e Siena.
Da secoli questa terra, a cominciare dagli Etruschi, è sede di civiltà evolute,
arena di numerose contese, celebrata per gli splendidi paesaggi e rinomata per
gli ottimi prodotti che nascono dal suolo grazie alle favorevoli condizioni
ambientali, all'ingegno ed alla tenacia dei suoi abitanti. E' la prima zona, nel
mondo, ad essere delimitata quale area di produzione di vini di pregio da uno
strumento legale, utilizzato a questo scopo, come lo storico bando promulgato
nel 1716 dal Granduca di Toscana Cosimo III.
Morfologicamente l'ambiente può essere definito un altopiano, trattandosi di un
complesso collinare con quota base intorno ai 280 metri s.l.m. ed una elevazione
media non superiore, in generale, ai 450.
Il clima è di tipo continentale con precipitazioni abbastanza uniformi,
caratterizzate da una altezza media annua di 800-900 mm distribuiti in circa 85
giornate di pioggia. Anche le temperature sono proprie dell'area continentale,
naturalmente, risultano influenzate dai diversi tipi di esposizione.
Pedologicamente la gran parte dei terreni sono, per origine e natura dei suoli,
molto favorevoli alle colture legnose. Scisti argillosi, galestro ed alberese si
alternano a qualche plaga pliocenica di sabbie dell'astiano ed a ridottissime
oasi di argille del piacenziano.
Del vino che nasce in questa terra se ne fa menzione, a partire dal 1200, su
manoscritti, cronache e documento storici. E' solo nel 1700, però, che inizia
sul territorio una vera e propria attività vitivinicola a seguito dei primi
successi che il Chianti incominciava ad ottenere anche fuori della Toscana ed
all'estero.
Tra il 1834 ed il 1837 Bettino Ricasoli, ancora giovanissimo, mise a punto,
sperimentando nell'azienda di famiglia a Brolio, l'uvaggio più idoneo per
produrre il Chianti e ne riferì in una nota conservata presso l’Accademia dei
Georgofili.
Fu così che, nel 1800, questo vino prese forma e carattere adottando subito il
nome della zona di produzione. Sempre in quell'epoca iniziarono a crescere le
richieste per questo prodotto in considerazione delle sue peculiari
caratteristiche dovute soprattutto alle favorevoli condizioni ambientali e dalla
grande serietà, esperienza e passione dei viticoltori, ma anche occasionalmente,
alle vicissitudini della viticoltura francese devastata, in quel tempo, dalla
fillossera.
Non essendo la produzione del territorio, a quel tempo, in grado di far fronte
alla crescente domanda, si incominciò a produrre vino, con i sistemi e gli
uvaggi utilizzati nel Chianti, in gran parte della Toscana e talvolta
addirittura anche fuori, ottenendo dei prodotti che, in un primo tempo, venivano
chiamati “uso Chianti” e che, in seguito, per mancanza di una seria legislazione
che lo proibisse, venivano addirittura venduti come Chianti.
La denominazione, inopinatamente, da geografica si trasformò in enologica ed i
Chiantigiani, espropriati del loro nome, dovettero attendere il 1932 quando,
dopo tante battaglie, una commissione ministeriale riconobbe al loro vino, a
titolo di risarcimento, il diritto di avvalersi della denominazione “Chianti
Classico” in quanto prodotto nella zona storica, cioè in quella di origine più
antica dove è nato e si è affermato questo vino.
Nel 1963 la Legge 930 mise un primo ordine nel settore delle denominazioni
consentendo al Chianti Classico, nel 1967, di ricevere tra i primi vini italiani
la denominazione di origine controllata e nel 1984 quella controllata e
garantita.
La produzione di Chianti Classico si aggira ogni anno, mediamente, intorno ai
270/280.00 ettolitri, con una resa media di poco superiore ai 40 ettolitri. Gran
parte del vino prodotto viene commercializzato imbottigliato ed il 65/70% circa
esportato.
Il Consorzio del Chianti Classico, fondato con lungimiranza dai produttori
chiantigiani nel 1924 e primo organismo del genere a costituirsi nel nostro
paese, è stato sempre il cemento che ha tenuto uniti i produttori e la sede di
continue iniziative tendenti a qualificare e valorizzare, con tutti i mezzi, le
produzioni del territorio autentificate con il marchio Gallo Nero.
Vitigni - Grado alcolometrico minimo - Invecchiamento e qualifiche
Vitigni: Sangiovese: dal 75% fino al 100%; Canaiolo nero: fino al 10%; Trebbiano
toscano e Malvasia bianca singolarmente o congiuntamente: fino al 6%. Possono
inoltre concorrere alla produzione le uve a bacca rossa provenienti dai vitigni
raccomandati o autorizzati nelle unità amministrative della zona di produzione
nella misura massima del 15% del totale delle viti.
- Titolo alcolometrico volumico complessivo minimo: 12%; per la "Riserva"
12,5%.
- Acidità totale minima: 4,5 per mille.
- Estratto secco netto minimo: 23 per mille.
- Grado alcolometrico minimo: 12% vol.
Può essere immesso al consumo soltanto a partire dal 1° ottobre dell'anno
successivo alla vendemmia. Il vino "Chianti Classico" destinato a "Riserva" può
essere immesso al consumo solo dopo essere stato sottoposto ad almeno 24 mesi di
invecchiamento e a un successivo affinamento in bottiglia per almeno tre mesi e
deve presentare un titolo alcolometrico volumico complessivo minimo di almeno
12,5%. Il periodo di invecchiamento viene calcolato a decorrere dal 1° gennaio
dell'anno successivo alla vendemmia.
Caratteristiche organolettiche
Colore: rubino vivace tendente al granato con l'invecchiamento.
Odore: vinoso, con profumo di mammola e con pronunciato carattere di finezza
nella fase di invecchiamento.
Sapore: armonico, asciutto (con un massimo di 4 g/l di zuccheri riduttori),
sapido, leggermente tannico che si affina con il tempo al morbido vellutato. Il
prodotto che ha subito il "governo" presenta vivacità e rotondità;
Abbinamenti e temperatura di servizio
Vino per tutte le stagioni e per tutte le pietanze. Sposa arrosti di carni rosse
e bianche, pollame, lepre e formaggi. Il Chianti Classico Riserva è ideale con i
grandi arrosti. Va servito a 16°-18° di temperatura, stappando la bottiglia due
ore prima di consumarlo.
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